Anche le attività che hanno la migliore progettazione antincendio possono essere messe in crisi da un fenomeno poco probabile ma che fa parte della nostra vita dall’alba dei tempi: i fulmini.

Il fulmine, o meglio la scarica atmosferica, si può definire come la scarica elettrica che avviene tra una formazione nuvolosa e la terra, con un’elevatissima differenza di potenziale, che ha emissione di radiazioni luminose (lampo) e onde sonore (tuono).

Gli studi di tale fenomeno, nonostante proseguano da più di un secolo, non hanno portato mai a soluzioni definitive: la corrente di fulmine può essere così elevata (2-200 kA) che può essere difficilmente gestibile anche con le soluzioni tecniche oggi normalmente presenti sul mercato.

Tuttavia però le probabilità che si verifichino danni, ossia il rischio, può essere limitato notevolmente con un’attenta valutazione e attuando adeguate misure di protezione.

Prima di proseguire con l’articolo, al fine di comprenderlo fino in fondo, ti chiedo di leggere queste definizioni:

ProtezioneQualunque misura, tecnica e/o gestionale, orientata a limitare i danni
StrutturaIn architettura, e nelle costruzioni in genere, la costituzione e la distribuzione di un complesso o di una sua parte, e il complesso o la parte stessi risultanti dall’insieme degli elementi componenti [TRECCANI]
Linea entrantePorzione della distribuzione elettrica (cavi + dispositivi) che servono la struttura
Valutazione del rischioDeterminazione del rischio associato ad un pericolo
LPSAcronimo di lightning protection system, ossia sistema di protezione dai fulmini
LPS internoSottosistema LPS che distribuisce in modo equipotenziale la carica elettrica del fulmine al fine di limitarne la pericolosità
LPS esternoSottosistema LPS che capta il fulmine e lo disperde a terra
SPDAcronimo di surge protective devices, sono quei dispositivi in grado di gestire le sovratensioni, limitandole e indirizzandole verso l’impianto di terra, prevenendo i danni alle apparecchiature
Sistema di protezione attivaSistema di protezione in cui la limitazione dei danni dipende da una fonte di energia, elettrica, umana o altro.

Gli obblighi del datore di lavoro

I principali obblighi relativi alla valutazione delle scariche atmosferiche deriva dai seguenti articoli del DLgs 81/08 “Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” :

TESTO ARTICOLO DEL DLGS 81/08CITAZIONE DELL’ARTICOLO
Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione […]art.80, c.1
A tale fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi […] art.80, c.2
A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro adotta le misure tecniche ed organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti, ad individuare i dispositivi di protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di uso e manutenzione atte a garantire nel tempo la permanenza del livello di sicurezza raggiunto con l’adozione delle misure di cui al comma 1. art.80, c.3
Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini realizzati secondo le norme tecniche. art.84, c.1
Ferme restando le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001, n. 462, in materia di verifiche periodiche, il datore di lavoro provvede affinché gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini siano periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente per verificarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza. art.86, c.1

Per cui il datore di lavoro, in piena responsabilità civile e penale:

  1. Effettuerà una valutazione del rischio di scariche atmosferiche, avvalendosi di un tecnico competente in materia;
  2. Dai risultati della valutazione del rischio, eventualmente provvederà a realizzare i sistemi impiantistici di sicurezza elettrica;
    Per esperienza posso dirti che molto spesso la valutazione del rischio non obbliga a nessuna installazione di sistemi di protezione.
  3. Provvederà a far verificare periodicamente l’impianto di protezione dai fulmini.

Relativamente al DPR 462/01 “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”, abbiamo i seguenti obblighi:

TESTO ARTICOLO DEL DPR 462/01CITAZIONE DELL’ARTICOLO
Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell’impianto, nonché a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità è biennaleart.4, c.1
Per l’effettuazione della verifica, il datore di lavoro si rivolge all’ASL o all’ARPA o ad eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive, sulla base di criteri stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI. art.4, c.2
Il soggetto che ha eseguito la verifica periodica rilascia il relativo verbale al datore di lavoro che deve conservarlo ed esibirlo a richiesta degli organi di vigilanza. art.4, c.3
Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore di lavoro. art.4, c.4

In sintesi, il titolare dell’attività, solo se ha un sistema di protezione dai fulmini:

  1. Contatterà l’ASL, l’ARPA o un ente notificato per la verifica periodica del sistema;
  2. Il tecnico verificatore rilascerà un verbale al datore di lavoro, cosicché potrà eventualmente mostrarlo in caso di controlli;
  3. Il datore di lavoro dovrà pagare di tasca sua la verifica.

Inoltre, se hai fatto fare la verifica del tuo impianto dopo il 31 dicembre 2019, dovrai comunicare all’INAIL il nominativo del tuo ente verificatore:

Come si valuta il rischio di scariche atmosferiche

La valutazione del rischio, ai sensi della CEI EN 62305-2, dipende da numerosi fattori:

TIPO DI COSTRUZIONEUn costruzione molto alta e magari con struttura portante in acciaio avrà un’attrattiva maggiore rispetto ad un edificio basso e in muratura
FUNZIONE DELL STRUTTURAL’attività che si svolge al suo interno
OCCUPANTI E CONTENUTOL’affollamento, la tipologia di occupanti, nonché la quantità, la tipologia e la configurazione di stoccaggio dei materiali.
LINEE ENTRANTILa tipologia di linee che entrano nella struttura
AMBIENTE CIRCOSTANTEIn caso di materiali dannosi per l’ambiente, in caso di incendio, bisogna valutare anche la presenza di corsi d’acqua, scuole e altri ricettori sensibili.

Dopodiché si valutano le tipologie di danno (agli esseri viventi e ai beni) e i tipi di perdita (vite umane, strutture strategiche o culturali, o danni ambientali), ricavando una serie di indicatori di rischio che, manipolati a livello matematico, forniscono il risultato.

Come si protegge l’attività dalla scariche atmosferiche

I valori ottenuti si confrontano poi con i dati delle norme tecniche e, in base alla tollerabilità del rischio, si possono scegliere le seguenti misure di protezione:

  • Nessuna misura perché la struttura è “autoprotetta”.
  • Utilizzo di apposita segnaletica
  • Isolamento elettrico delle parti accessibili
  • Messa a terra ed equipotenzializzazione
  • Barriere o strutture portanti dell’edificio utilizzate come calate
  • Protezione con LPS
  • Schermatura magnetica e percorsi dei cavi
  • Protezione con Sistema di SPD
  • Interfacce isolanti a limitazione degli impulsi elettrici dovuti alla scarica atmosferica

Tra le più emblematiche ve ne sono due:

  • il sistema SPD che principalmente protegge le apparecchiature dai danni elettromagnetici impulsivi (LEMP);
  • il sistema LPS che protegge gli esseri viventi e i beni dell’attività.

Il sistema SPD è un insieme di dispositivi in grado di gestire le sovratensioni, limitandole e indirizzandole verso l’impianto di terra.

Le tecnologie sono diverse ma il principio si fonda sulla generazione di un arco elettrico tra la linea in sovra tensione e la linea di terra.

Il sistema LPS invece è quello che si può suddividere in:

  • LPS esterno, tra cui il famosissimo parafulmine, che indirizza la scarica atmosferica all’impianto di terra generale.
  • LPS interno che, ad esempio con collegamenti equipotenziali, evita che una scarica atmosferica danneggi l’interno dell’edificio.

E per la prevenzione incendi?

Il rischio elettrico va a braccetto con il rischio di incendio e/o esplosioni e il DM 3/08/2015 si esprime molto chiaramente in merito:

1. Per tutte le attività deve essere eseguita una valutazione del rischio dovuto ai fulmini.
2. Sulla base dei risultati della valutazione di tale rischio, gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche devono essere realizzati nel rispetto delle relative norme tecniche.

Capitolo S.10.6.4 “Protezione contro le scariche atmosferiche


Alla luce di tutti questi obblighi normativi, concludo l’articolo con le mie raccomandazioni:

  • Assicurati, se si tratta di un’attività lavorativa, che sia stata effettuata la valutazione del rischio scariche atmosferiche
  • Anche se si tratta di un condominio, se l’amministrazione ha del personale dipendente (portinaio), l’attività si considera come un luogo di lavoro.
  • Assicurati che effettivamente siano state realizzate misure di compensazione del rischio coerenti con le risultanze della VDR scariche atmosferiche.
  • Anche se la superficie della struttura è inferiore a 200 m2, ricorda che il progetto va redatto comunque, solo che se ne occupa il responsabile tecnico della ditta installatrice.

Hai bisogno di saperne di più?

Le informazioni sono tante e non è facile riassumerle tutte in un articolo. Puoi però continuare la navigazione per cercare quello che ti serve…

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