L’esodo delle persone con disabilità durante l’emergenza è una questione di grande rilevanza sociale, che riguarda la sicurezza e l’inclusione di tutte le persone che si trovano in situazioni di difficoltà fisica, sensoriale o cognitiva, quando devono evacuare da un luogo in cui si verifica un pericolo, come un incendio, un terremoto, un attentato, ecc.

Questo tema è importante perché anche coinvolge un numero crescente di persone che solitamente non vengono definite “disabili”, sia per il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, sia per le condizioni di invalidità temporanea che possono colpire chiunque, come le donne in gravidanza, le persone che hanno subito infortuni muscolo-scheletrici , ecc. Inoltre, è importante perché richiede una sensibilizzazione e una formazione specifica da parte di tutti i soggetti coinvolti, come i datori di lavoro, i responsabili della sicurezza, i soccorritori, i colleghi di lavoro, i compagni di scuola, ecc.

Questo tema presenta anche delle sfide e delle difficoltà, sia dal punto di vista tecnico che da quello gestionale, che devono essere affrontate con competenze multidisciplinari ed un apertura mentale che spesso manca soprattutto nel professionista antincendio. Dal punto di vista tecnico, si tratta di progettare e realizzare degli ambienti e dei percorsi di esodo che siano accessibili, sicuri e confortevoli per le persone con disabilità, tenendo conto delle diverse tipologie di disabilità e delle loro esigenze specifiche.

In questo articolo, approfondiremo il tema dell’esodo degli occupanti con disabilità durante l’emergenza, analizzando le normative e le buone pratiche esistenti in materia, e proponendo alcuni esempi e suggerimenti per la progettazione e la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro, nella scuola, negli edifici pubblici, e in altri contesti in cui si può verificare questo particolare esodo.

Esodo e disabilità: un po’ di definizioni

L’esodo, nella sua accezione più generalista, assume il significato di “Spostamento definitivo di una massa o di un gruppo di persone” [Dizionario Corriere della Sera].

Nello specifico, per i professionisti antincendio:

Fig. 1 – Fattori caratteristici dell’esodo

L’esodo può essere caratterizzato da almeno tre fattori fondamentali:

  • i tempi in cui si sviluppa;
  • le caratteristiche della folla;
  • il layout del percorso di esodo

I tempi di sviluppo dell’esodo

I tempi di sviluppo dell’esodo, di dividono in sotto-tempistiche che identificano dei tipici comportamenti psico-sociali e dinamici della folla. Di seguito si elencano nella tabella i tempi rappresentati in fig. 2:

Fig. 2 – Suddivisione dei tempi che compongono il tempo disponibile di sviluppo dell’esodo [1]
tRIVELAZIONEIl tempo di rivelazione è determinato dalla tipologia di sistema di rivelazione e dallo scenario di incendio. È il tempo necessario al sistema di rivelazione automatico per accorgersi dell’incendio. Viene calcolato analiticamente o con apposita modellizzazione numerica degli scenari d’incendio e del sistema di rivelazione.
tALLARMETempo che intercorre tra la rivelazione dell’incendio e la diffusione dell’informazione agli occupanti, dell’allarme generale.
tRICONOSCIMENTOIl tempo durante il quale gli occupanti continuano le attività che stavano svolgendo prima dell’allarme generale, finché riconoscono l’esigenza di rispondere all’allarme
tRISPOSTATempo in cui gli occupanti cessano le loro attività normali e si dedicano ad attività legate allo sviluppo dell’emergenza, quali: raccolta di informazioni sull’evento, arresto e messa in sicurezza delle apparecchiature, raggruppamento del proprio gruppo (lavorativo o familiare), lotta all’incendio, ricerca e determinazione della via d’esodo appropriata (wayfinding) ed altre attività a volte anche errate ed inappropriate.
tPRE-MOVIMENTOTempo composto dal tempo di riconoscimento e dal tempo di risposta
tMOVIMENTOTempo impiegato dagli occupanti per raggiungere un luogo sicuro dal termine delle attività di pre-movimento.
RSETTempo richiesto per l’esodo
Margine di sicurezzaDifferenza ASET – RSET, la quale rappresenta il tempo che il professionista antincendio aggiunge al tempo disponibile per l’esodo in base alle sue ipotesi assunte, anche considerando le evidenze delle letteratura tecnica internazionale
ASETTempo disponibile per l’esodo
Tab. 1 – Definizione dei tempi di sviluppo dell’esodo

Caratteristiche della folla

In generale, una folla può essere definita da questi elementi:

ELEMENTI CHE DEFINISCONO UNA FOLLA
Dimensione: le persone devono raggiungere un numero sufficiente per essere definite “folla”.
Densità: le persone devono essere abbastanza vicine e, se sono distribuite in una grande superficie, deve essere possibile indentificare un comportamento collettivo.
Tempo: l’intervallo di tempo in cui le persone interagiscono è molto breve. Al contrario, quello in cui si ritrovano nello stesso posto deve essere sufficientemente lungo da giustificarne una misura
Collettività: le persone condividono un’identità sociale, o almeno almeno un obbiettivo comune (come ad esempio fare shopping in un centro commerciale).
Novità: una folla è un fenomeno sociale unico e che non ripetibile, che agisce con una certa coerenza sociale senza alcuna consapevolezza e senza un’informazione/formazione preventiva sul comportamento da attuare.
Tab. 2 – Definizione delle caratteristiche qualitative della folla [2]

Secondo le pubblicazioni scientifiche più recenti [2], la folla può essere spiegata con due macro-caratteristiche: qualitative e quantitative.

Le caratteristiche qualitative servono a caratterizzare la folla sotto gli aspetti psico-sociali, nonché sulle abilità utilizzabili per raggiungere il luogo sicuro.

CARATTERISTICHE QUALITATIVE DELLA FOLLA
TipologiaEsistono diversi tipi di folla ma purtroppo vi sono poche fonti per poter fare una classificazione.
Ad esempio, in un riferimento [4], si classifica la folla in base allo stato d’animo (passivo, attivo ed energico).
ProfiloIl profilo di una folla è caratterizzato da fattori esterni (l’ambiente in cui sviluppa i suoi comportamenti) e fattori interni (ad esempio la sua mobilità, influenzata dalla presenza di persone con disabilità, l’età media, la familiarità con i luoghi…)
Comportamento in condizioni normaliSi tratta dell’insieme dei comportamenti individuali e dei fenomeni di auto-organizzazione. Tali elementi potranno essere organizzati secondo varie teorie di modellazione che andranno valutati caso per caso.
Comportamento in emergenzaCome sopra, ma considerando i fattori che possono scatenare reazioni della folla difficilmente controllabili (panico), relativamente a diverse situazioni emergenziali.
Tab. 3 – Definizione delle caratteristiche qualitative della folla

Proprio focalizzandoci sul profilo, possiamo andare ulteriormente a caratterizzare la disabilità, suddividendola in tre tipologie:

Fig. 3 – Tipologie di disabilità
Tipologie di disabilità
Motoria: è quella che riguarda il movimento e la coordinazione del corpo, e che può essere causata da malattie, traumi, malformazioni congenite, ecc. Le persone con disabilità motoria possono avere difficoltà a camminare, a salire e scendere le scale, a usare le mani, a mantenere l’equilibrio, ecc. Le persone con disabilità motoria possono avere bisogno di ausili come le stampelle, le carrozzine, le protesi, gli ascensori, le rampe, ecc. per facilitare il loro movimento e la loro autonomia.
Sensoriale: è quella che riguarda la percezione e la comunicazione attraverso i sensi, e che può essere causata da malattie, traumi, invecchiamento, ecc. Le persone con disabilità sensoriale (acquisita o congenita) possono avere difficoltà a vedere, a sentire, a parlare, a capire, ecc. gli esempi più diffusi di disabilità sensoriale sono la sordità e la cecità, ma esiste anche la sordocecità. Le persone con disabilità sensoriale possono avere bisogno di ausili come gli occhiali, gli apparecchi acustici, i sottotitoli, i linguaggi alternativi, ecc. per facilitare la loro percezione e la loro comunicazione.
Cognitiva: è quella che riguarda il pensiero e l’apprendimento; il più delle volte è congenita ma può essere causata da malattie, traumi, disturbi dello sviluppo, ecc. Le persone con disabilità cognitiva possono avere difficoltà a ricordare, a ragionare, a concentrarsi, a risolvere problemi, a esprimere emozioni, ecc. Alcuni esempi di disabilità cognitiva sono l’autismo, la sindrome di Down, la demenza, il ritardo mentale, ecc. Le persone con disabilità cognitiva possono avere bisogno di ausili come le terapie, le attività educative, i supporti visivi, i tutor, ecc. per facilitare il loro pensiero, l’apprendimento e la comunicazione.
Tab. 4 – Tipologie di disabilità

Ancora, le caratteristiche quantitative sono invece il tentativo di trasformare in numeri quanto riscontrato qualitativamente, al fine di poter aver degli input utili da inserire nei modelli matematici dell’ingegneria antincendio.

Fig. 4 – Infografica sulla densità di affollamento [1]
CARATTERISTICHE QUANTITATIVE DELLA FOLLA
Velocità d’esodo Solitamente misurata in m/s. rappresenta la distanza percorsa da una persona in un certo tempo.
Densità di affollamentoQuantificata in persone su metro quadro (p/m2), rappresenta il numero di occupanti in un determinato spazio.
Flusso di personeRappresenta il numero di persone che percorrono una certa distanza in un determinato tempo, misurato in p/(m s).
Diagrammi di correlazione tra flusso/velocità e densità di affollamentoCome mostrato in figura 5, si tratta di una rappresentazione grafica che correla il flusso o la velocità d’esodo con la densità di affollamento.
Livello di servizio (LOS)Un indice di valutazione (A, B, C…) che quantifica il comfort degli spazi pedonali in base alla densità di affollamento e al flusso di persone.
Tab. 5 – Definizione delle caratteristiche qualitative della folla [2]
Fig. 5 – Esempio (qualitativo) di diagramma di correlazione tra la velocità dell’esodo e la densità di affollamento

Il layout del percorso di esodo

Con il termine layout si sintetizza in una sola parola la disposizione o l’organizzazione di elementi in uno spazio. Il layout di un percorso, quindi, significa il modo in cui si definisce e si progetta il percorso che si vuole far seguire a qualcuno o a qualcosa in uno spazio determinato.

Ad esempio, il layout di un percorso può riguardare il percorso che si vuole far compiere ai visitatori all’interno di un centro commerciale, per guidarli verso un luogo sicuro. Il layout di un percorso in questo caso dipende dal tipo di ambito, dalla direzione da seguire per uscire, dalle destinazioni d’uso dei locali e, principalmente, dai vincoli dettati da leggi e norme.

Fig. 6 – Esempio di layout utilizzato per la progettazione di uno spazio calmo.
L’immagine è stata reperita nella UNI ISO 21542 [6].

I fattori rilevanti per la progettazione dell’esodo degli occupanti

Adesso, avrai quindi capito che le diverse tipologie di disabilità influenzano la capacità di reagire e di evacuare l’edificio in caso di emergenza, perché determinano dei bisogni e delle difficoltà specifiche che devono essere tenute in considerazione nella progettazione e nella gestione delle emergenze.

Ad esempio, le persone con disabilità motoria possono avere problemi a raggiungere le uscite di sicurezza, a superare gli ostacoli, a utilizzare le scale, ecc. Le persone con disabilità sensoriale possono avere problemi a riconoscere i segnali di allarme, a orientarsi, a comunicare, ecc. Le persone con disabilità cognitiva possono avere problemi a comprendere la situazione, a seguire le istruzioni, a mantenere la calma, ecc.

Per garantire la sicurezza e l’inclusione di tutte le persone con disabilità in caso di emergenza, è necessario adottare delle misure preventive da definire in fase di progetto e da integrare con altre di natura gestionale, che siano adeguate alle diverse tipologie di disabilità e alle loro esigenze specifiche, e delle misure di protezione, al fine di limitare i danni. Alcuni esempi di queste misure sono:

Fig.7 – Strategie per un miglior esodo delle persone con disabilità
Prevedere degli spazi calmi, ovvero degli ambienti adeguatamente compartimentati che permettono l’esodo in sicurezza di tutte le tipologie di persone con disabilità.
Installare sistemi di spegnimento automatico, al fine di rallentare la propagazione dell’incendio e la generazione di prodotti di combustione che potrebbero incapacitare gli occupanti durante l’esodo.
Soprattutto nel caso di occupanti molto lenti, guadagnare anche solo un minuto può fare la differenza.
Dotare le strutture di sedie di evacuazione, ovvero delle sedie speciali che consentono il trasporto delle persone con disabilità motoria lungo le scale. Per i bambini degli asili nido esistono anche degli speciali carrelli che ne permettono il trasporto simultaneo.
Installare degli ascensori antincendio, ovvero degli ascensori installati per uso degli occupanti, munito di ulteriori protezioni, comandi e segnalazioni che lo rendono in grado di essere impiegato sotto il controllo delle squadre di soccorso, anche in caso di incendio.
Utilizzare dei sistemi di allarme multisensoriali, ovvero dei sistemi che emettono segnali acustici, visivi e tattili per avvisare le persone con disabilità sensoriale.
Adottare dei linguaggi alternativi, ovvero dei linguaggi che usano simboli, immagini, gesti, ecc. per comunicare con le persone con disabilità sensoriale o cognitiva.
Formare e addestrare il personale e i soccorritori sulle modalità di percezione, orientamento e fruizione degli spazi da parte delle persone con disabilità, e sulle modalità di comunicazione e di intervento per aiutarle o soccorrerle in caso di emergenza.
Effettuare le prove di evacuazione in numero sufficiente da rendere competenti gli addetti all’emergenza. Queste possono essere un’occasione di crescita e apprendimento per tutti gli attori coinvolti, sia per le persone con disabilità che per chi deve assisterle durante l’esodo.
Tab. 6 – Esempi di misure da attuare per ottimizzare l’esodo delle persone con disabilità

Per il resto, sarà necessario affidarsi ad un professionista competente i materia antincendio e gestione delle emergenze, al fine di poter pianificare tutte le misure in maniera coerente con l’attività gestita.

Conclusioni

In questo articolo, abbiamo affrontato il tema dell’esodo delle persone con disabilità durante l’emergenza, spiegando perché è importante e quali sono le principali sfide e difficoltà che si incontrano nella progettazione e nella gestione delle emergenze. Abbiamo visto che le persone con disabilità, a seconda della tipologia e del grado di disabilità che presentano, possono avere delle difficoltà specifiche a raggiungere le uscite di sicurezza, a orientarsi, a comunicare, a mantenere la calma, ecc. in caso di pericolo, come un incendio, un terremoto, un attentato, ecc. Per questo motivo, è necessario prevedere e realizzare delle soluzioni che siano accessibili, sicure e confortevoli per le persone con disabilità, tenendo conto delle diverse tipologie e delle loro esigenze specifiche.

Si è cercato, per quanto possibile, di fornire una sorta di classificazione aggiornata alla letteratura tecnica aggiornata, in modo da consentire un migliore ricerca delle fonti in rete.

Infine, abbiamo fornito degli elementi utili per la progettazione dell’esodo degli occupanti.

Spero che questo articolo sia stato utile e interessante, che possa contribuire a sensibilizzare e a formare tutti i soggetti coinvolti nella progettazione e nella gestione delle emergenze, al fine di garantire la sicurezza e l’inclusione di tutte le persone con disabilità.

Bibliografia

RIFERIMENTOAUTORI
[1]DM 3/8/2015 e ss.mm.ii.
Allegato I “Codice di Prevenzione Incendi
AA.VV.
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (ITA)
[2]Introduction to Crowd ManagementC. Feliciani, K. Shimura, K. Nishinari (2023)
SPRINGER
[3]SFPE Guide to Human Behavior in FireAA.VV.
SPRINGER
[4]Crowd behavior at mass gatherings: a literature reviewK.M., Tan, H.M., Grief, M., Couns, P., Zeitz, C.J.
Prehospital Disaster Med
[5]Means of Escape for Disabled PeopleAA.VV.
HM Government
[6]Edilizia – Accessibilità e usabilità dell’ambiente costruitoUNI ISO 21542:2021
[7]Il contributo della progettazione inclusiva alla sicurezza di tuttiE. Schiavone, S. Zanut
Rivista Antincendio, Gennaio 2021
[8]Prevenzione Incendi e disabilità
Testo Coordinato
M. Malizia
mauromalizia.it

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