La cultura è un dono prezioso che si arricchisce quando la condividi con gli altri. Questo è ciò che ho imparato fin dai primi anni di università, grazie a quei colleghi generosi e brillanti che hanno condiviso con me quello che sapevano.
A differenza del denaro, che spesso sovrastima il nostro valore, la conoscenza è una risorsa che non si esaurisce mai. Nella professione antincendio, i corsi di aggiornamento obbligatorio sono un’occasione per ampliare le proprie competenze e confrontarsi con i colleghi.
Ma come scegliere i corsi più adatti alle nostre esigenze? Per aiutarci a orientarci, abbiamo intervistato Erika Bodei, titolare di Newfire Formazione, un’azienda di Milano specializzata nell’aggiornamento antincendio e con una lunga esperienza nel campo della formazione professionale nel settore antincendio.
Grazie alla nostra ospite potrai capire il punto di vista di chi veramente organizza i corsi di formazione, delle problematiche relative ai docenti e ai discenti, alla didattica, ai rapporti con ordini e collegi e nell’inevitabile conflitto di interessi con le aziende “sponsor”
Buona lettura.
Andrea Rattacaso
“Ciao Erika, sono felice di averti qui per un’intervista scritta. Conosco la tua esperienza nel campo della formazione, che precede la nascita della tua attività nel 2018.
Ciò che mi ha colpito molto, e che secondo me ti differenzia dagli altri, è che punti a offrire prodotti di qualità, senza enfatizzare gli aspetti commerciali offerti dalle aziende del mondo dell’antincendio. Qual è stata la motivazione che ti ha portato a fare questa scelta imprenditoriale?”
Ciao Andrea, sono contenta di raccontarti come è nata l’idea della New Fire.
È vero, mi occupavo di formazione già prima del 2018. L’antincendio, poi, è una vocazione di famiglia: mio marito si occupa da sempre di progettazione impiantistica. Affiancandolo in tanti anni, mi sono appassionata a questo settore così specialistico e in continua evoluzione. Proprio questi due fattori – la grande specializzazione richiesta ai progettisti e i cambiamenti normativi che erano stati avviati negli ultimi anni – mi hanno spinto a voler offrire una proposta formativa nuova, al passo con le esigenze del mercato.

Parlandomi di esigenze di mercato, non posso non domandarti del concetto di “qualità”: come la definisci, nel tuo ambito di formazione? Immagino che ci siano diversi criteri per valutarla, a seconda del prodotto/servizio che un’azienda propone al mercato
Hai detto bene. Per offrire una proposta di qualità, occorre innanzitutto comprendere quali siano le esigenze della domanda. In realtà, dialogando con i referenti degli Ordini Professionali, ho ricevuto delle indicazioni importantissime.
Niente più formazione di tipo accademico, bisognava portare in aula dei “colleghi” che avessero voglia di condividere l’esperienza di tutti i giorni, di chi è davvero sul campo. Questo significa, nella pratica, non leggere dei decreti, ma spiegare come si possono applicare, anche quando ci si trova di fronte a vincoli di progetto. Significa portare in aula casi di progetti già sviluppati e commentarli insieme. Significa anche, e questa è la parte ancora più interessante, rivelare i piccoli trucchi del mestiere. Tutto ciò crea nell’aula una bella atmosfera, si ragiona insieme, invece di ascoltare una persona che parla dall’alto di una cattedra.
Una formazione orientata all’applicazione pratica, non posso che essere d’accordo. Continuiamo su una novità che solo quest’anno si sta concretizzando: l’ANPA, l’anagrafe nazionale professionisti antincendio. Cosa ne pensi?
Direi che era ora. serviva una piattaforma informatica dedicata ai professionisti antincendio che consentisse la gestione e il monitoraggio delle 40 ore minime da effettuare in ogni quinquennio. Fino ad oggi il meccanismo di controllo dei crediti è stato farraginoso e bisognava contattare l’ordine o il collegio provinciale di appartenenza. Tutti volevano questo cambiamento e sembra che abbiano fatto un buon lavoro.

Torniamo ora un po’ indietro nel tempo. Con l’epidemia del COVID19, nel 2020 si è assistito a un boom della formazione a distanza (FAD). Come ha inciso questo fattore sulla qualità della formazione?
All’inizio c’era, da parte di tutti (Ordini, discenti, docenti, società di formazione) il giusto timore delle cose nuove. Abbiamo dovuto cambiare paradigma e costruire i corsi in un modo diverso, nella forma ma non nella sostanza, perché non volevamo perdere “l’anima pratica” delle nostre lezioni. Dovevamo solo capire come veicolare questo concetto non potendo più essere nella stessa aula, ma sempre rimanendo efficaci nella comunicazione. Abbiamo lavorato molto, creando una bella sinergia tra gli Ordini e i docenti, per capire come poter fare e alla fine, per gli ottimi riscontri ricevuti dai fruitori, credo che i nostri sforzi siano arrivati a segno.

Da discente, ho notato che l’offerta dei corsi di formazione è molto varia e confusa. Come può un professionista antincendio riconoscere un corso di bassa qualità prima di spendere soldi e tempo per frequentarlo?
Domanda difficile. Diciamo che dal programma in locandina e dal curriculum professionale del docente qualcosa si può già capire. Poi però bisogna provare.
Se, alla fine della lezione, ti sarai accorto di esserti portato a casa qualcosa di veramente utile per i tuoi progetti e non solo le ore di aggiornamento, allora non avrai buttato via il tuo tempo.
Verissimo. Sulla qualità delle lezioni, vorrei farti una domanda che riguarda la tipologia di docenti che molto spesso si trovano in questi corsi: pensi che un ente di formazione per professionisti antincendio possa avvalersi di docenti provenienti dal mondo aziendale?
Penso che questa sia una questione delicata e complessa. Da una parte, un ente di formazione per professionisti potrebbe beneficiare dell’esperienza e della competenza di docenti esperti di una specifica tecnologia, dall’altro si potrebbe creare un conflitto di interessi, anche potenziale, tra il ruolo di docente e quello di venditore. Per quello che mi riguarda, ogni docente deve applicare i principi della trasparenza, dell’onestà e dell’etica professionale. Purtroppo quello che vedo è che non sempre gli enti di formazione che si avvalgono di tecnici provenienti dal mondo aziendale rispettano queste regole.

Tutti i professionisti antincendio abilitati prima di tale data, dovranno rispettare la cadenza quinquennale
(la prossima scadenza è 10 settembre 2026).
Per la mia limitata esperienza, non posso che confermare il tuo giudizio. In ogni caso, una volta scelto il corso, come può il discente massimizzare l’apprendimento in FAD e in aula?
Mantenendo la concentrazione e non facendosi problemi a fermare il docente per porre delle domande. Ti assicuro che la condivisione dei dubbi è fondamentale perché il relatore abbia il “polso” dell’aula. Ovvero se sta riuscendo a farsi capire, oppure se ci sono aspetti da riprendere a approfondire. Siamo qui per questo!
Passiamo ora al punto di vista dei docenti, che sono quelli che devono preparare e trasmettere i contenuti didattici. So bene che non è facile trovare il giusto supporto e il tempo necessario per creare contenuti di qualità. Nella tua esperienza, quali sono le domande che una società di formazione dovrebbe porre a un docente prima di iniziare una collaborazione?
Intanto occorre spiegare bene al potenziale collaboratore che tipo di formazione si intende proporre, sia in termini di contenuti che di modalità di comunicarli. Ti assicuro, inoltre, che si capisce subito se si sta parlando con un appassionato della materia.
Inoltre è fondamentale che il responsabile della didattica di un ente di formazione sia in grado di entrare nel merito dei programmi. Questo, a mio modo di vedere, è fondamentale, in quanto tutti gli attori coinvolti, organizzatori, docenti e Ordini, devono parlare la stessa lingua per poter centrare un progetto formativo che abbia una sua coerenza.
Il desiderio di portare qualcosa di nuovo, poi, è sicuramente un elemento che fa capire quanta voglia si abbia di mettersi in gioco.
Dal tuo punto di vista, invece, quale è il comportamento corretto che ti aspetti da chi ti fornisce una docenza?
Precisione, affidabilità, puntualità nel rispetto degli impegni presi. Preparare un corso, in termini di slides, richiede tempo ed energie. Per questo, il nostro compito di organizzatori è di valorizzare al massimo tutto il lavoro del relatore.
Il docente ha spiegato in modo chiaro e comprensibile i contenuti del corso | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
Il docente ha usato esempi pratici e applicativi per illustrare i concetti teorici | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
Il docente ha coinvolto i discenti in attività interattive e collaborative | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
Il docente ha risposto in modo esaustivo e cortese alle domande e ai dubbi dei discenti | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
Il docente ha fornito un feedback costruttivo e tempestivo sui lavori e le prove dei discenti | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
I supporti didattici sono stati utili a supportare l’esposizione del docente | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
I supporti didattici forniscono informazioni esaustive per il tuo lavoro | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
I supporti didattici contengono i riferimenti bibliografici utili al tuo approfondimento | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
Sei stato informato della presenza di sponsor avente finalità commerciali e dell’eventuale affiliazione del docente | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
Sei stato informato dell’eventuale affiliazione del docente allo sponsor | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
L”attività formativa non ha avuto interferenze di natura promozionale di qualsiasi genere | 🔘🔘🔘🔘🔘 |
Grazie per le tue risposte. Approfitto della tua posizione di interlocutrice con ordini e collegi provinciali e ti chiedo una tua previsione su quali saranno le tematiche più richieste per i prossimi mesi
Sicuramente i più recenti decreti che hanno integrato il Codice di Prevenzione Incendi, ma abbiamo anche tante richieste per le esercitazioni. In questa tipologia di corso, i partecipanti hanno la possibilità di lavorare, mediante schede individuali, ad un progetto antincendio e sono previsti step intermedi di confronto con il docente per le varie fasi di lavoro. Abbiamo impiegato diversi mesi per mettere a punto corsi di questo tipo che potessero essere svolti nella modalità della FAD (videoconferenza sincrona), ma devo dire che abbiamo avuto grandi soddisfazioni per i feedback positivi.
Questo, per noi che facciamo corsi per passione, è la ricompensa più bella.

Mi trovo molto d’accordo con te sulla “ricompensa più bella”. Per finire, vorrei chiederti un’ultima cosa per i neofiti: quale consiglio daresti ai giovani che si affacciano per la prima volta alla docenza per le società che si occupano di formazione?
Io punto molto sui giovani. Sono competenti, spesso hanno frequentato master universitari specifici, sono sempre aggiornati e ogni giorno sono sul campo, in cantiere, per farsi le ossa, quindi si formano subito con grande senso pratico. Lo stesso senso pratico che chiedo loro di mettere nei corsi. Inoltre ci tengono tantissimo a fare bene e danno sempre il massimo durante i corsi.
Ma tra i nostri docenti ci sono anche professionisti di lunga esperienza e che soprattutto hanno voglia di condividerla. Nonostante siano progettisti conosciuti a livello nazionale e internazionale, sono anche persone di grande umiltà e che non mancano mai di dire, all’inizio di ogni lezione, che sono prima di tutto dei colleghi e che si è tutti in aula per confrontarsi e per imparare. Stimo molto la loro onestà intellettuale.
Se i segreti del mestiere te li vuoi tenere, meglio non fare il docente. Invece mettono a disposizione tutta la loro esperienza di anni e cercano di trasmettere davvero come le cose possono essere fatte e le problematiche risolte.
La sfida più bella che due anni fa abbiamo deciso di mettere in campo è stata dunque quella di creare dei corsi in cui giovani professionisti e docenti di lunga esperienza lavorassero fianco a fianco in uno stesso corso e che dire…è stato un successo e una grande soddisfazione per tutti! Per questo il mio consiglio alle nuove leve è, prima di tutto, di consolidare le proprie conoscenze ed esperienze lavorative, e poi di farsi coraggio e di proporsi.
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