Il termine “autocombustione” un po’ spaventa: la parola stessa potrebbe trasportare l’immaginazione sul paranormale o, comunque, su qualcosa che può sfuggire al nostro controllo.
É mai possibile che un fuoco possa innescarsi da solo? In realtà no, c’è sempre un motivo fisico, chimico e/o termodinamico ma, alcune volte, può accadere che l’innesco di un combustibile sia così difficile da individuare da meritare il titolo di “autocombustione”.
In generale, tra le categorie di pericoli che il professionista antincendio deve cercare all’interno dell’attività, vi sono proprio gli inneschi. Ancora, tra tutte le tipologie di innesco c’è proprio l’autocombustione, che può esser definita come:
“Processo di combustione seguente all’autoaccensione di gas infiammabili. […] La reazione di ossidazione cui è dovuta l’autocombustione è favorita da microrganismi (come nel caso del carbone, del fieno ecc.), che hanno funzione di catalizzatori.”
Definizione di autocombustione [Treccani]
In generale, l’autocombustione si ha quando una sostanza si ossida (brucia) ad una velocità tale che la generazione di calore supera la sua dissipazione, con un accumulo di energia termica tale da provocare l’accensione.
Partendo da queste definizioni è possibile sussumere ed integrare con la conoscenza di altri fenomeni fisici, così da poter arrivare ad una miglior consapevolezza del problema.
Sussunto
Tutte le reazioni esotermiche molto lente possono potenzialmente diventare “autocombustione” se hanno la possibilità di essere adeguatamente catalizzate

Si dice esotermica una reazione chimica in cui, durante il suo sviluppo, si trasferisce energia tra la miscela di reazione e l’ambiente esterno. La combustione è l’emblema di tale fenomeno.
Un catalizzatore invece è una qualsiasi sostanza che ha il potere di modificare il meccanismo di una reazione chimica, velocizzandola.
Una volta definiti questi due concetti, ti basterà fare “2+2” per capire la stragrande maggioranza delle autocombustioni. In soldoni:
Con l’autocombustione si verifica che una reazione esotermica molto lenta diventa più veloce mediante agenti catalizzatori non previsti.
Se farai una ricerca in rete, anche tra le fonti accademiche, troverai che tutti gli studi si sono (giustamente) concentrati sull’autocombustione del carbone. In realtà, come vedrai al prossimo paragrafo, i focolari possono innescarsi “da soli” anche per altri motivi.
Integrazione
Fenomeni che somigliano all’autocombustione
É da qualche anno che mi interesso al problema e ho letto alcune storie curiose che riguardano fenomeni apparentemente “paranormali” 😁. Ne elenco alcuni:
Correnti parassite | Per effetto dell’induzione magnetica, si possono creare correnti al di fuori dei conduttori che possono innescare i materiali combustibili adiacenti. Ciò può accadere ad esempio quando i cavi elettrici formano delle spire perché hanno avuto una posa in opera difforme. |
Reazioni esotermiche indesiderate | Ci sono sostanze che, reagendo con altre, si riscaldano. Queste sostanze, sistemate inconsapevolmente in adiacenza, possono innescarsi grazie al calore generato e all’ossigeno presente nell’aria. |
Atmosfere iperossiche | Tutte le certificazioni sulla reazione al fuoco dei materiali sono stimate a condizioni con il 21% di ossigeno in atmosfera. Qualora in un locale/compartimento ci fosse una fuga di ossigeno con un aumento della sua percentuale in volume, si osserverebbero strani fenomeni: la letteratura tecnica parla addirittura di autoaccensione dei vestiti e terreni che diventano esplosivi. |
Per cui attenzione: le condizioni per innescare un incendio potrebbero crearsi dove meno te lo aspetti.
La pirocinesi e la combustione umana spontanea
La pirocinesi è la capacità di controllare il fuoco e/o incendiare un oggetto con la forza del pensiero, senza l’ausilio di alcun mezzo fisico mentre la combustione umana spontanea è invece il fenomeno in cui un corpo umano si accende senza nessun innesco.

Alcune volte un tecnico dovrebbe mettere in discussione le sue certezze e cercare di andare oltre l’inconfutabile ma, fortunatamente, non è questo il caso.
Credo fortemente che siano tutte stupidaggini 😂, per cui andiamo alla conclusione.
Conclusione
Come deve comportarsi il progettista antincendio con tutti questi pericoli nascosti? Purtroppo non possiamo essere tuttologi ma, nonostante tutto, la mia raccomandazione è quella di un sistematico studio ed indagine ad ogni nuova realtà che si presta ad essere progettata.
Se sei il titolare dell’attività a rischio incendio, solo te che conosci bene il tuo lavoro puoi aiutare moltissimo il progettista con la tua esperienza: se creerete un adeguato contesto collaborativo, riuscirete a creare le migliori basi per la gestione della tua sicurezza antincendio.
Per approfondimenti
- Spontaneous Combustion – ScienceDirect
In questo link sono disponibili una serie di articoli interessanti che potrebbero essere utili come riferimento per la progettazione - On Predicting Spontaneous Combustion – M.M. Baum
Hai bisogno di saperne di più?
Le informazioni sono tante e non è facile riassumerle tutte in un articolo. Puoi però continuare la navigazione per cercare quello che ti serve…